libertà è partecipazione

La parola d’ordine è salvare il lavoro

16.04.2010 18:24

 

La parola d’ordine è salvare il lavoro

“In un anno sono mille i lavoratori finiti in mobilità, con una impennata paurosa, 400 licenziamenti, nei primi mesi del 2010. Ma le uniche risposte sembrano le revoche di società fasulle e fatturiere”. E’ impietosa l’analisti del segretario industria della Confederazione Democratica, Giorgio Felici, che rilancia ancora una volta la parola d'ordine: salviamo il lavoro.

Gli effetti della crisi sul fronte occupazionale sono stati al centro del  direttivo della Federazione Industria della CDLS, riunito nel pomeriggio di ieri. “La situazione è drammatica - spiega Felici - anche perché non c’è traccia di una via d’uscita. Serve un deciso cambio di marcia, ma la politica e il Governo sono in preda a continue convulsioni che provocano un preoccupante immobilismo”.

A giudizio del segretario della FLIA-CDLS le strategie d’uscita dalla crisi devono fare i conti con un recupero di legalità e trasparenza: “Il paese sta precipitando nella sua più grave crisi della sua storia, se non si recupera moralità, integrità, competenza, amore per questo paese , le persone più deboli pagheranno ancora una volta ingiustamente. Il Governo  deve progettare un nuovo piano di sviluppo e non litigare tutti i giorni,  deve ascoltare tutti e non solo chi gli fa comodo. Il paese si sta spaccando in fasce di popolazione garantite e in quelle a continuo rischio disoccupazione” .

“Sul versante dei rapporti bilaterali - continua Felici –  il Paese si aspetta una soluzione che gli restituisca quella credibilità incrinata da anni di speculazioni e di falsa economia. Non è più il tempo di bugie rassicuranti né di facili ricette. Tra black-list e richiesta di nominativi di italiani con conti correnti a San Marino, il pressing dell’Italia si fa infatti sempre più asfissiante. Anche nel sindacato è necessario rilanciare l’azione di stimolo e di proposta, perché l’economia si liberi dei vecchi pregiudizi e sia in grado di raccogliere nuove sfide, come ad esempio l’apertura all’Europa.E’ vitale -conclude-  ricreare un tavolo permanente di discussione e di progetto con le associazioni degli imprenditori. La parola d’ordine è salvare il lavoro”.

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Il diritto per l'anno 2009 sussiste se il reddito familiare annuo pro-capite è pari o inferiore a euro 8500.

Si invitano le persone interessate a munirsi preventivamente di tutti i documenti ,per ulteriori informazione tel 0549/994401 

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